Il direttore del quotidiano pontino ” Il territorio “, Lidano GRASSUCCI, dice in una nota che pubblicherà domani sul suo giornale……. “noi giornalisti dovremmo oggi avere vergogna”…e continua…
Non vogliamo vedere, il tragitto da casa a scuola di nostro figlio, da casa al supermercato deve essere pulito. L’acqua dal rubinetto deve uscire, come? Non ci interessa, non ci riguarda. Non è cosa che ci possa turbare. Se qualcuno ci dice: ma guardate che far venire l’acqua a casa costa? Sicuramente è un servo di qualche potere occulto. Se qualcuno dice: guardate che è eccezionale che da 70 anni da queste parti camini per strada e nessuno ti bombarda, che per farlo abbiamo messo guardie prima ai confini orientali, ora in Afganistan? Sicuramente è un cretino. Perché per noi, qui, è tutto scontato. Tanto scontato che mentre i nostri soldati, e quelli occidentali, “mangiavano sabbia”, noi raccontavamo dell’appartamento a Montecarlo di Fini. Mentre le bambine afgane non hanno diritto a leggere e scrivere, noi ci occupiamo e cin infiammiamo su come fa l’amore un cantante. Non vogliamo vedere che per avere la fettina dentro la vaschetta sul bancone della coop c’è qualcuno che ha ucciso il vitello. La gastronomia italiana è fica, ma non raccontiamo di come muore il maiale, pensiamo che il nostro salame di felino sia nato salame, e non morto maiale.
Noi giornalisti dovremmo oggi avere vergogna, vergogna grande: abbiamo parlato di stupidaggini mentre i nostri soldati facevano la guerra sul serio. Ma non si puo’ dire guerra, facevano la pace. La guerra è come quello che uccide il maiale, il vitello è lavoro sporco. La fettina la cura Vissani, il macellaio non è altrettanto presentabile. Ma se la fettina è sullo scaffale è perché qualcuno ha fatto il lavoro sporco. Se il viaggio da casa al supermercato, da casa a scuola è senza pericoli qualcuno il lavoro sporco lo deve fare. Se le nostre figlie ridono, studiano, si costruiscono il loro domani e decidono di vestirsi e non di nascondersi non è cosa scontata, al mondo c’è chi non ama ridere e non ama il sorriso degli altri.
Sono morti 4 soldati italiani, altri 30 erano morti prima. Ora ci interroghiamo perché? Ma quando lavoravano per noi li abbiamo lasciati soli, quasi ci siamo vergognati di loro. Dice: ma perché morire per l’Afganistan? E’ lontano, è un altro mondo. Negli anni ’30 i ragazzi d’Europa dicevano che era stupido morire per Danzica, poi quelli che volevano Danzica arrivarono a Parigi, a Londra, a Mosca. I mostri non amano la pace, i mostri odiano e vanno fermati. Le bombe sugli aerei italiani? Non capisco perché no, in guerra bisogna combattere non c’è spazio per l’ipocrisia.
Estremo Centro Lazio – Concordo nel pensiero del direttore Grasucci, in Italia ci ricordiamo dei soldati solo quanto vediamo una bara avvolta dal tricolore rientrare in Italia. Voglio ricordare al popolo italiano che abbiamo un esercito formato da padri, figli e nipoti, che portano alto l’amore verso la patria. Sono testimone del buon operato all’estero, sono un militare anch’io da 13 anni, sono stato in Bosnia e in Albania. Domani ci sono i funerali dei miei colleghi, dedichiamo un attimo della nostra giornata pensando a questi giovani, bravi militari…………………….GRANDI UOMINI!
Alessandro NICOLETTI